Il Texas che sprofonda dopo ottant'anni di trivelle - subsidenza di un metro, terremoti e voragini

























































Human activities of fluid (saltwater, CO2) injection for stimulation of hydrocarbon production, salt dissolution in abandoned oil facilities, and hydrocarbon extraction each have negative impacts on the ground surface and infrastructures, including possible induced seismicity. 

Lu and Kim, Scientific Reports, 2018 






This region of Texas has been punctured like a pin cushion 
with oil wells and injection wells since the 1940s 
and our findings associate that activity with ground movement.








Negli anni ottanta in Texas iniziarono a formarsi strane "formazioni geologiche". 

Erano delle buche, delle "sinkholes", una specie di pozzetti che sembravano naturali, dal diametro di varia dimensione, e non troppo profondi.

Con il tempo pero' queste sinkholes sono diventate piu' grandi, piu' cattive, piu' numerose. Pentole di Gargamella in continua crescita sparse un po' dappertutto. Alcune hanno iniziato a unirsi, e intere citta' hano temuto o temono ancora di essere ingoiate da quelle che ora sono diventate gigantesche voragini. 

Un recente studio mostra che le sinkholes, i terremoti, la subsidenza sono tutte collegate fra loro in una vasta area del Texas, di circa 10mila chilometri quadrati, grande come l'Abruzzo. La zona sta letteralmente sprofondando. L'attivita' sismica un tempo sconosciuta, diventa sempre piu' intensa. 

Di chi e' la colpa?

Che domande.

L'area e' stata trivellata a piu' non posso, e questo e' il risultato.

A delineare il legame fra la terra che si abbassa, e che si riempe di sinkholes non e' la D'Orsogna, quanto il geofisico Zhong Lu della Southern Methodist University di Dallas che assieme al suo collega Jin Woo Kim hanno eseguito lo studio appena pubblicato su Scientific Reports.

Zhong Lu lo dice chiaramente:


E cioe' che un area grande quanto l'Abruzzo non sprofonda in 80 anni senza motivo. E il motivo sono le trivelle. 

Lu e Kim hanno messo a raffronto i dati della produzione di petrolio e di gas fra il Novembre 2014 e l'Aprile 2017, con i movimenti della terra, la subsidenza e i terremoti ed hanno concluso che quella che chiamano "instabilita' epocale" e' frutto di decenni di sfruttamento petrolifero e di tutte le reazioni geologiche a catena che si sono susseguite sottoterra nel corso degli anni.

E questo vale per un area di circa 10mila chilometri quadrati, quattro contee e sei citta' che si stanno abbassando in modo impressionante.

Nella citta' di Pecos il numero di terremoti era zero prima del 2012; adesso sono frequenti. Nella citta' di Wink ci sono due sinkholes che mettono paura a tutto il paese e che si spostano, si allargano e si contraggono in parallelo con l'attivita' umana.. In alcune localita' si arriva a un metro di subsidenza. 

Ovviamente il tutto rappresenta un pericolo per residenti, per la stabilita' delle strade, ferrovie, dighe e tutta l'infrastruttura costruita. Inclusa l'infrastruttura petrolifera, gli oleodotti in primo luogo.

Nessuno sa come intervenire.

E questo perche' una volta messi in moto questi processi, nessuno sa e puo' fermarli, perche' la natura va avanti per conto suo.

I ricercatori dicono che hanno considerato "solo" un'area di 10mila chilometri quadrati ma che se avessero esteso le loro ricerche su un area piu grande di quella attuale sono sicuri che avrebbero trovato movimenti di terreni collegati ad oil and gas anche li.

E cosi il gruppo del professor Lu promette di continuare i propri studi sulla subsidenza.

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